mercoledì 1 maggio 2013

L`euro fa male all`occupazione?

É tipico delle societá trovare un capro espiatorio simbolico che possa attirare gli sfoghi e le ansie di un`epoca, purtroppo nonostante la molta strada fatta dai tempi della caccia alle streghe sembra che anche l`uomo moderno sia molto incline ad analisi semplicistiche e umorali della realtá.
In questa fase storica, successiva alla crisi dei subprime esplosa in america, si é scelto un simbolo, l`euro, con tutto quello che esso rappresenta, il progetto di creazione degli stati uniti d`Europa.
Molti dei detrattori dell`euro imputano alla moneta unica in particolare l`aumento enorme della disoccupazione, sostanzialmente per due motivi:
1) Non essendoci un aggiustamento dei cambi, l`italia si trova ad avere una moneta piú forte della sua economia mentre la germania piú debole, cosí risulta piú conveniente comprare prodotti tedeschi rispetto a quelli italiani che dunque rimangono invenduti.
2) La bce ha come mandato la stabilitá dei prezzi con un obbiettivo di inflazione sotto il 2%, alcuni sostengono che questo produce disoccupazione in quanto il costo del lavoro é un`importante componente del prezzo finale di un bene, quindi se c`é molta disoccupazione i lavoratori saranno disposti ad accettare salari piú bassi, viceversa piú bassa é la disoccupazione piú i lavoratori richiederanno salari alti e spingeranno l`inflazione

Potrei rispondere a queste osservsazioni con un ragionamento logico ma preferisco andare a vedere cosa realmente é successo con una piccola storia dell`euro fino al botto della crisi dei subprime.

Piccola storia dell`euro
L`euro esordisce nei mercati nel 1999, in due anni precipita e perde valore fino al minimo toccato nell`ottobre 2000 per poi cominciare un apprezzamento che ha visto il culmine nel 2008 con un cambio a 1,6 dollari per euro.

L`inflazione in italia dal 1997 , anno in cui é apparso chiaro a tutti che l`italia sarebbe entrata nell`euro, si é sempre attestato leggermente sopra la soglia del 2%
 
 
Quindi nei primi anni di vita della moneta unica, L`italia ha avuto un massiccio apprezzamento del cambio e una bassa inflazione, secondo quanto detto prima ci aspetteremmo un crollo della disoccupazione giusto? E invece no.
Il tasso di disoccupazione é costantemente sceso dal 11,3% del 1998 al 6,5% del 2008 un tasso da boom economico, nell`anno in cui l`euro toccava il suo massimo sul dollaro.
 
Aggiungo poi prevendivamente pure in un contesto di stabilitá dei conti pubblci, un indebitamento in discesa e un aumento del pil non particolarmente brillante (a parte nel 2000).
Quindi abbiamo una prova empirica che possono coesistere moneta unica molto forte, inflazione bassa, conti pubblici in ordine e bassa disoccupazione.
Voi vi domanderete a questo punto dunque che si fa? Non ho tutte le risposte, per ora mi limiteró a dire la macroeconomia non é tutto, i risultati dipendono solo in minima parte da quanto si spende, invece dipendono molto da come si spende.

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